Il mistero della Creatrice- il Mistero di Anna (1)

Annunciata di Antonello da Messina. (illustrazione)

Luce Irigaray cura nell’86 un numero leggendario della rivista Inchiesta a cui dà il nome Il divino concepito da noi. Intorno al tema raccoglie il pensiero di uomini e donne di origini diverse tra cui Maria, il pensiero che Elvia Franco rivolge alla figura di Maria di Nazareth.

Alessandra De Nardis vede quel pensiero all’opera nella Comunità Eleusi e concepisce un sito che intercetti e riveli l’opera creatrice delle donne. Nasce Autrici di Civiltà e Maria diventa il suo manifesto mistico e politico.

Maria, è un testo di natura mistica che chiede ancora di essere decifrato e, per essere decifrato, chiede di essere contemplato. Procederemo quindi a passo lento e a piedi nudi, come chiede l’accesso alla sacralità.

Per dare inizio alla nostra tessitura simbolica ci serviremo delle nostre esperienze, singolari e plurali, e ne intrecceremo i fili a quelli del Mistero fino a creare una trama su cui poggiare il nostro ordito: il pensiero della Creazione femminile concepito da noi.
Per la complessità di Maria inizieremo a lavorare solo sull’incipit del testo.


Maria
di Elvia Franco

Maria nacque dal seno sterile di Anna.
Le leggi degli uomini avevano decretato che quel seno sarebbe stato inghiottito dalla notte che non conosce discendenze.

Anna generò Maria.
E fu l’imprinting della madre a posarsi sulla figlia e a consegnarla alla vita divina.

 

IL MISTERO DI ANNA

Maria nacque dal seno sterile di Anna

Eccoci, siamo già di fronte a un Mistero! La sterilità del grembo di Anna, la madre di Maria.
Fermiamoci a contemplarlo.
Ha il carattere di una notizia data a bruciapelo, ma alla luce di uno sguardo più profondo rivela di essere una Verità divina che colpisce la nostra coscienza con la potenza di un fulmine a ciel sereno.
Il grembo femminile è sterile! Come pensare questa rivelazione di senso? Perché di questo si tratta, siamo di fronte a una rivelazione simbolica.
Cosa può significare una rivelazione del genere? Di cosa ci avverte? Ci dice forse che il Corpo Femminile ha perso la sua potenza creatrice? E cosa può significare visto che la creatività di certo non manca alle donne, visto che dal nulla creano pranzi per famiglie intere, trovano rimedi giorno per giorno per sostenere la vita di sé e degli altri.
No, non è della creatività che parla questo Mistero femminile, perché ciò che ogni donna crea lo fa con ciò che trova già esistente. La creazione riguarda il concepire ciò che ancora non è dato e, in questo caso, una creatura divina? E’ concessa alle donne la creazione di una dimensione divina, il concepire il mondo a propria misura? Esiste per donne e uomini una immagine della Creatrice che affianchi quella del Creatore, il Signore che invochiamo nelle preghiere? E’ questa figura che manca sull’altare e nell’immaginario collettivo. Se dunque il Mistero a cui stiamo accedendo riguarda l’avvento della Creatrice è in questa luce che possiamo leggere ciò che ci rivela.

Le leggi degli uomini avevano decretato che quel seno sarebbe stato inghiottito dalla notte che non conosce discendenze.

Un raggio di luce filtra nella notte cosmica del mistero femminile.
No, non è madre natura ad aver ridotto la potenza creatrice delle donne, ma le leggi degli uomini che destinano il corpo femminile alla sola funzione procreatrice.
C’è un divieto universale al divenire infinito delle donne che opera in ogni angolo sperduto della Terra e che ogni donna vive come destino femminile. Lo scontro di civiltà che sta incendiando i popoli della terra è di fatto un conflitto sul destino del corpo femminile, fra chi lo pretende velato, e chi lo denuda sempre di più, in funzione comunque dell’egemonia patriarcale e della potenza virile. La Storia che viviamo ci mette di fronte alla violenza dello scontro che ha come posta in gioco la riduzione all’impotenza creatrice del corpo femminile. Il mondo così come è stato concepito dagli uomini non è abitabile dalle donne ma anche da gran parte degli uomini. Ma solo noi donne possiamo concepire un ordine di vita differente, lasciandoci illuminare da quella che creiamo giorno per giorno. Una vita divina governata dalla logica d’Amore.

Anna generò Maria

Malgrado tutto Anna generò Maria! Non è forse qui che s’infittisce il Mistero?
Come concepire una verità del genere? Come può generare un corpo sterile? E a quale sterilità si riferisce il Mistero? Cosa significa generare il divino?
Sia Anna che Maria concepiscono il divino da vergini, senza contaminazione alcuna col seme maschile. C’entra forse la Verginità femminile?

Celeste Crostarosa, nel contemplare il Mistero di Maria, vede nella verginità la condizione necessaria alla generazione del divino. A quale generazione del divino pensa la Crostarosa? Come concepisce il divino la Crostarosa? Lei vede nella resurrezione dei corpi il generarsi di una civiltà divina.
E non è forse questa l’opera che le donne stanno compiendo in questi decenni di pratica mistica e politica? La resurrezione del Corpo Femminile e il ripristino della sua potenza creatrice!
Ma cosa significa concepire da Vergini? Come può un corpo contaminato dalla cultura esistente, dal simbolico del Neutro, ritrovare la sua identità, il suo essere donna?

“Siamo nate donne, dobbiamo diventarlo”, scriveva Luce Irigaray negli anni 70.

Il divenire divine delle donne è frutto di un grembo sacro generato da donne che condividono le regole auree del divino: la logica d’Amore, la sospensione del giudizio, l’esclusione di ogni interpretazione della parola femminile. Una donna che si rivela nella sua nudità, è un corpo sacro che chiede la massima inviolabilità e una contemplazione sacra. Ogni rivelazione di Sé è offerta del Mistero divino che s’incarna in ogni singola donna. Ogni pratica di generazione divina termina al momento della nascita divina. Il cerchio magico delle donne si dissolve, proprio come fa il grembo femminile quando al termine del parto si libera della placenta per prepararsi vergine a nuova fecondità. Questo aspetto dell’opera, l’aspetto dissolutivo del cerchio magico, chiede di essere contemplato alla luce del corpo femminile. Le tensioni e i conflitti che lacerano i gruppi di donne vanno guardati non alla luce della morte, ma alla luce della vita, come il passaggio necessario a nuova fecondità. Sta a noi dotarci della Luce offerta dal Corpo femminile, per riconoscere il senso della nostra opera creatrice.

E fu l’imprinting della madre a posarsi sulla figlia e a consegnarla alla vita divina.

Come decifrare questa ulteriore Verità?

Come avviene il passaggio di Madre in Figlia della potenza divina?

Questo è un Mistero da decifrare assieme, perché riguarda le pratiche di generazione femminile avviate in questi ultimi decenni dalle donne in ricerca del proprio senso.

Non è forse questa la nostra opera mistica e politica? E non è forse questa la pratica dei Misteri Eleusini?

Marguerite Rigoglioso ha studiato a lungo il culto della nascita divina nella Grecia antica e il culto cristiano sembra proseguire nella stessa direzione.

Anche le pratiche di mistica e politica sono luogo di nascita divina. E’ dal configurarsi di una coppia creatrice che prende corpo e si rivela la Matrice divina Madre Figlia che è fondamento della Trinità femminile, come lo è la Matrice maschile Padre Figlio e Spirito Santo su cui si fonda il cristianesimo.

Il divenire divine delle donne è frutto di un grembo sacro generato da donne che condividono le regole auree del divino: la logica d’Amore, la sospensione del giudizio, l’esclusione di ogni interpretazione della parola femminile. Una donna che si rivela nella sua nudità, è un corpo sacro che chiede la massima inviolabilità e una contemplazione sacra. Ogni rivelazione di Sé è offerta del Mistero divino che s’incarna in ogni singola donna. Ogni pratica di generazione divina termina al momento della nascita divina. Il cerchio magico delle donne si dissolve, proprio come fa il grembo femminile quando al termine del parto si libera della placenta per prepararsi vergine a nuova fecondità. Questo aspetto dell’opera, l’aspetto dissolutivo del cerchio magico, chiede di essere contemplato alla luce del corpo femminile. Le tensioni e i conflitti che lacerano i gruppi di donne vanno guardati non alla luce della morte, ma alla luce della vita, come il passaggio necessario a nuova fecondità. Sta a noi dotarci della Luce offerta dal Corpo femminile, per riconoscere il senso della nostra opera creatrice.