
Maria di Nazareth e Maria Maddalena: due volti del divino femminile!
Nel mio percorso di ricerca che dura ormai da 40 anni, individuale e collettivo con il CENTRO RICERCA E DOCUMENTAZIONE DONNA, le figure di Maria e di Maria Maddalena hanno avuto un peso speciale. Non mi sono apparse contemporaneamente, prima Maria e, in un secondo tempo, Maria Maddalena.
Maria mi attirava fortemente, attivava parti di me.
La sua verginità, intesa nel senso più alto a cui possiamo arrivare oggi a livello di coscienza, mi rimandava parti di me, non come dimensione carnale o morale, ma come purezza, qualcosa di incontaminato, innato, che parte dal cuore senza passare prima per la mente, di assoluta spontaneità.
Questa cosa, che percepivo anche come leggerezza, mi portava fuori dal tempo/spazio e mi trascinava nella mia infanzia unita all’oggi, legate da un filo conduttore che, a volte, si sfrangiava e poi si ricongiungeva senza mai rompersi del tutto.
Nel mio percorso di ricerca ho vissuto la dimensione dell’affidamento nella relazione con un’altra donna e con me stessa.
Mi ha aperto all’essere e, dopo varie esperienze relative all’affidamento, ho sentito che Maria mi apparteneva.
Per molto tempo ho cercato notizie, fonti, riferimenti storici e non.
Nei i 4 vangeli poche cose, qualcosa in più in quelli apocrifi, ma nel complesso quasi nulla. Per comprendere di più il mio sentire mi sono affidata a me stessa, sono entrata nella dimensione del silenzio e ho lasciato agire un altro linguaggio, dove non ci sono parole, qualche immagine, poche ma si attivano vibrazioni e segnali direttamente dal corpo.
Non so bene come, ma Lei, Maria, aveva catturato l’essenziale, stando contemporaneamente nel suo tempo e fuori dal tempo. Aperta alla dimensione Divina come un calice che attira e assapora ciò che più fa penetrare nell’Amore. Solo se mi mettevo all’ascolto più profondo di me potevo comprendere qualcosa.
Maria era in compagnia ma sola con sé stessa. Non si parla di incontro fecondo con il partner.
Sola, ma aperta alla creazione e consapevole. Una creazione divina non può venire che da una donna divina, dove il rapporto col sé più profondo fluisce senza ostacoli, senza partner. Gli ostacoli, a quel tempo, erano molto forti.
Il suo sì al divino partiva dalla comprensione del bisogno sulla terra di incarnazioni. In questa mia ricerca l’amicizia e la relazione nata con Angela Volpini, che ha vissuto materialmente e spiritualmente questa relazione con Maria, mi ha fatto comprendere ancora di più. Maria ha parlato nel corso del tempo, spesso attraverso bambine.
Parla
Parla di un’umanità realizzata per farci uscire dalla dicotomia umano/divino. Non sono separati e quando l’umano si realizza e porta a compimento le proprie potenzialità, scegliendo L’Amore, cielo e terra si toccano.
Spesso l’amore nasce spontaneamente quando il bisogno o desiderio di dare si coniuga al bisogno dell’altro di ricevere. Un’alchimia magica, senza riscontro o buona volontà. Maria lo ha vissuto attraverso l’angelo, ma questo atto magico è già dentro di lei. Perché riconoscere è conoscere già prima. Ricevere e dare, nella dimensione divina, non sono gerarchici, si scambiano felicemente. Ma in tutto questa consapevolezza una parte di me rimaneva muta.
C’era posto per altro Maria non poteva che venire prima.
Il disvelamento va per gradi, prima la Madre e la Figlia in Maria, figlia e madre del divino, poi Maria Maddalena, donna che ama ed è riamata. Si rimette in vita la coppia restituendole in potenza dimensioni sacre e divine in tutta la sua interezza, cose di cui ha profondamente bisogno il mondo ora.
L’Amore che unisce M. Maddalena e Gesù è speciale. Quando si ama si è più vicini al divino. Le vibrazioni sottili sembrano farci sollevare da terra, si percepisce potenza, sparisce la paura dell’ignoto, si entra nella dimensione mistica.
Come sono unite dentro di me, le due donne lo erano anche loro storicamente. Sempre insieme nei momenti bui e non.
Paola Bizzarri, nel suo libro “Il giardino di Magdala”, descrive il percorso di M. Maddalena con riferimenti storici o inserendo messaggi o visioni.
“Vedo arrivare un gruppo di donne avvolte da vestiti di canapa chiara Maria…e Maria Maddalena…sempre insieme”. Kathleen McGowan ci riporta la voce di M.Maddalena “Quando arrivò per me il momento di diventare una vera Maria (Myriam-sacerdotessa) ero pronta grazie a lei e a tutto quello che mi aveva insegnato.”
La grande Maria era un grande modello di obbedienza, ma rispondeva solo a Dio, udiva i suoi messaggi con assoluta certezza. Suo figlio aveva la stessa capacità. Che io ricordi è stata la prima donna ad avere una conoscenza così chiara del DIVINO.
Se Maria mi rimandava al nostro essere verginale, puro, incontaminato, figlia e madre della matrice primordiale, M. Maddalena mi apriva alla donna.
Cancellata dalla chiesa per mantenere il dominio sulla vita. Il puzzle si arricchiva di nuovi pezzi, alzando il livello di percezione e coscienza. Noi viaggiamo attraverso strutture mentali, poi all’improvviso lo schema si spacca.
…Il vuoto
poi un salto di coscienza verso strutture nuove, oltre…
Su Maria Maddalena sono stati scritti tanti libri. Ora sta rientrando nella storia rivalutata, rivista, riscoperta. Avvicinata alla sua verità. La storia ci legge prima “Recupero della relazione madre/figlia/sorella”
E donna amata e amante nell’incontro con l’altro da sé. Maria l’aveva già attuato questo passaggio, con il Figlio. Avevano una relazione realizzata di cui ci sono poche testimonianze, ma tutto il percorso di Gesù rivela la sua MATRICE in Maria. M. Maddalena, si narra, diventò, dopo un’approfondita preparazione, Sacerdotessa del Tempio. Conosceva storia, alchimia, astronomia, matematica, religione, agricoltura, arte, musica. Conosceva i misteri egiziani.
Veniva dall’ascolto della natura, da una bella relazione con la madre, viaggiava spesso con lei perché la famiglia era molto ricca e possedevano molti territori intorno a Magdala.
Praticò tutte queste conoscenze nel Tempio di Gerusalemme dedicato a Iside e iniziò a curare le donne e ad occuparsi di loro. La sua vita attraversa momenti diversi, anche difficili, ma è sempre pronta al cambiamento. Attraverso lei mi rendo conto che la verginità non è un dato assoluto, ma si riscopre e si modifica di fronte ad ogni situazione.
L’incontro con Gesù è un riconoscimento reciproco. Entrambi avevano un intenso desiderio di cambiamento, una vibrazione nuova che portava alla condivisione del perdono, dell’ascolto e del rispetto dell’altro.
Questa coppia restituisce al mondo il valore sacro dell’Amore. Dove lo scambio è fecondo.
Si riconoscono.
Il riconoscimento porta al sentimento della gratitudine, che è un’energia molto potente. Rende l’animo umano più nobile. Paloma Cabadas, scrittrice spagnola, scrive “La riconoscenza nobilita l’animo umano e amplia la capacità di amare con lucidità. Crea un salutare equilibrio tra dare e avere”
E’ il sentimento della riconoscenza che porta a percepire il Sacro. Qui e ora, perché il passato e l’origine non creino solo nostalgia, ma un rigoroso collegamento con la realtà quotidiana. All’inizio dei tempi tutto ciò che serviva alla vita, frutti animali erbe, che aiutava la crescita della vita, diventava sacro, perché si riconosceva il valore di quello che si riceveva, senza sfruttamento. Il sacro diventava la misura del riconoscimento che si è persa nel tempo quando tutto sembra dovuto.
Maddalena riconosce Gesù, lo vede, lo sostiene, lo autorizza, lo accompagna prima e dopo la morte.
Il legame si perpetua oltre. Ricordo la frase di un’amica ”Non sono sicura di averti dentro di me, né di essere dentro di te, e neppure di possederti. E in ogni caso non è al possesso che aspiro. Credo invece che siamo dentro un altro essere che abbiamo creato e che si chiama “Noi”.
Cosetta Diegoli