Strano mondo il nostro, dove ogni settimana, per anni, si può guardare e ascoltare qualcuno che non sa neanche che esisti. Un giorno decido di scriverle per parlarle del suo lavoro, di ciò che credo di avere capito, di quello che ha suscitato in me, e nel frattempo leggo i suoi libri.
Lei mi risponde.
Lei è Maria Soresina. Chi l’ha conosciuta non la dimentica. Da giovane cantava l’Internazionale anarchica, scendeva in piazza con le femministe e sognava un mondo senza stati, ma di popoli uniti nella libertà.
Ha cinquant’anni quando la figlia le regala la Divina Commedia in occasione di un viaggio in India, e il suo interesse per l’Induismo le fa scoprire insospettati parallelismi con la storia raccontata da Dante. Approfondendo, allargando lo studio, scopre la grande eresia medievale dei catari, sterminati e poi dimenticati: un cristianesimo diverso, gioioso, tollerante, libero, in cui la donna aveva un’assoluta parità sociale e spirituale – tanto che chiunque avesse ricevuto lo Spirito Santo lo poteva trasmettere, uomo o donna che fosse – e a cui aderivano con passione le colte e raffinate donne dell’aristocrazia ghibellina.
Da questo appassionato studio, condotto con mente aperta, libera da polverose incrostazioni scolastiche, Maria ricava un’interpretazione dotta e originale della Divina Commedia, attenta filologicamente, accurata storicamente ed allargata a mondi altri dall’orizzonte cattolico.
Ma quale è la storia che Dante ci vuole raccontare, secondo Maria?
Non certo quella che abbiamo appreso a scuola, ovvero il resoconto immaginativo dei tre regni che dopo la morte ci accoglieranno nell’aldilà, per punire, premiare o purificare le nostre anime. È una storia molto più bella, questa di Dante, che traluce, per chi la voglia conoscere, “sotto il velame de li versi strani”. Velame che serve per non incorrere nella scomunica della Chiesa, perché apparentemente è accolta l’ortodossia, ma tra le righe si cela un cristianesimo diverso, quello dei catari.
Inoltre, secondo l’interpretazione di Maria, Dante non scrive di quello che ci attende dopo la morte, ma racconta ciò che in vita ognuno di noi è chiamato a compiere: un viaggio all’interno di se stesse/i, alla ricerca del luogo più profondo e vero, dove si trova il Divino.
Negli anni Duemila vedono la luce i suoi libri: Le segrete cose. Dante tra induismo ed eresie medievali, a cui fa seguito Libertà va cercando. Il catarismo nella Commedia di Dante. Poi è la volta di un saggio su Mozart, anche questo dal titolo esplicativo: Mozart come Dante. Il flauto magico: un cammino spirituale.
Nel 2019 esce Come per i pesci il mare. Lettera sul Novecento: orrori, speranze, utopie, disincanti, un libro dedicato al nipote adolescente al quale racconta dei bisnonni materni, vissuti in un mondo scomparso, la Mitteleuropa dell’Impero asburgico, e ne ricostruisce le vicende familiari dolorose e gioiose, che s’intrecciano con i drammatici sconvolgimenti politiche e sociali del secolo scorso.
Il tema trattato è un altro, eppure “gli orrori, le speranze, le utopie, i disincanti” non sono così diversi dall’Europa del Duecento di cui Dante lamenta i massacri, le divisioni, le ingiustizie, nel contempo auspicando un futuro nel quale il mondo possa essere unito finalmente nella libertà e nella pace. “La mia patria è il mondo – dice Dante – come per i pesci il mare”.
Infine, nel 2021, un nuovo libro su Dante: Dirò de l’altre cose ch’i’ v’ho scorte nella Commedia di Dante Alighieri.
Sempre nel 2021 (l’anno del centenario), Maria intraprende un’impresa audace: decide di leggere e commentare tutta la Commedia con dei video di mezz’ora su YouTube che usciranno puntuali ogni mercoledì. Un anno per ogni cantica: nel 2021 l’Inferno, nel 2022 il Purgatorio e, a partire dalla primavera 2023, il Paradiso. Un lavoro ad alto tasso tecnologico che la dice tutta sulla grinta e la determinazione di questa signora non più giovanissima.
Per concludere questa breve presentazione: in molte/i seguiamo Maria fedelmente da due anni, in molte/i le abbiamo scritto e lei continua a rispondere a tutti. Io, che scrivo queste righe. l’ho incontrata quando nel maggio 2021 ha attraversato l’Italia ed è arrivata, per una conferenza, a un passo da casa mia. Da allora lei ha cessato di essere solo un’immagine e una voce in un computer. Ci siamo abbracciate.
È stato bello, ma più importante è il condividere la sublime poesia della Commedia, la bellezza, la verità di quelle parole. Ciò unisce le persone con legami che vanno al di là della vicinanza fisica: sono sottili fili colorati che tessono reti invisibili ma tenaci, legando cuori e menti.
Elle