La prima volta che ho incontrato l’archetipo della Dea Madre, la ciclicità della vita e della natura ero una ragazza, facevo una scuola femminile e ne parlava il mio professore di latino. Da allora è stato il focus di tutta la mia ricerca artistica.
Ora, un universo di simboli archetipici si fondono nella rappresentazione di forme che
si traducono in nuove figurazioni inneggianti alla vita e al valore sacro dell’essere umano.
Segni e significanti che cercano una necessaria, rinnovata significazione.
Li osservo nella grotta di Chauvet nel sud della Francia, nella parte più arcaica della Sardegna, nella cosmogonia induista o nell’antica Anatolia.
Sono gli attributi femminili, in particolare la vulva, che all’interno dei miei libri d’artista declino nella riproduzione della vesica piscis, la mandorla di radice indoeuropea, o nel segno della “Y”, codice alfabetico che rimanda a Yoni, Yod, Yhwh.
Si tratta della potente capacità creativa e creatrice che, in piena trasversalità di genere, diventa l’inequivocabile predisposizione a generare idee e a trasformarle in realtà, mettendo in atto sacre esperienze vitali. Sacralità che si manifesta spesso nelle mie opere nell’utilizzo dell’oro.
Dalla figura de La Regina del Sole, trae origine l’omonima opera che ho realizzato con il pane per l’installazione site-specific “Secondo Natura”, insieme a 25 veneri dello stesso materiale, esposte nell’ex foyer del teatro di Villa Davia a Colle Ameno, settembre 2020, nel programma di residenze artistiche di Capital Project.
Uso il pane, simbolo di nutrimento, per creare un ponte con il mondo ancestrale nel quale trae origine e che si genera dal ritmo rituale di mani quasi sempre femminili. In Mater Panis, esposta a mtn | museo temporaneo navile (www.museotemporaneonavile.org) nel gennaio 2019, il pane è materia organica destinata a deteriorarsi insieme all’opera stessa.
Anche la carta, sulla quale il pane si trasforma, nelle mie opere assume un importante significato: mi parla del valore della memoria. È il caso dell’opera Sole, 2021, pennarello, impronta di cottura del pane su carta da forno, che ripropone la protome taurino/uterina – ancora la Y – sovrapposizione delle due polarità di genere.
Per stampare la matrice dell’opera 36.000 anni fa [circa] del 2021, ho utilizzato come inchiostro l’argilla, terra che come il pane nutre, materia primordiale, principio femminile che accoglie, genera, e cresce.
Le coppelle, che ho realizzato in terracotta, prendono spunto dalle omonime incisioni semisferiche dei templi rupestri della Sardegna, terra fortemente legata al culto matrifocale.
Negli ultimi vasi, sempre di terracotta, gli attributi femminili emergono dalla plasticità della materia, per affermare ancora una volta l’importanza, per le generazioni future, di un atteggiamento accogliente e inclusivo nei confronti della preziosa biodiversità al fine di affermare principi di sostenibilità e equilibrio vitali.
Silla Guerrini nasce a Ferrara nel 1967 e risiede a Bologna. Si laurea all’Accademia di Belle Arti e si specializza come graphic designer grazie al corso CEE di formazione professionale della Regione Emilia-Romagna.
Nel 2008 ha fondato e diretto, fino al 2019, gli inUTILI, movimento d’arte e di pensiero. Collabora dal 2014, in qualità di art director, con ZonaZago7 di Luca Guenzi. È’ co-direttrice di mtn | museo temporaneo navile da gennaio 2019, e co-fondatrice di Capital Project Art Residencies Program.