L’arte ha sempre avuto la funzione di parlare al cuore dell’Umanità.
L’arte di Maddalena Gatta chiede di più. Chiede di parlare all’Umanità intera e di rimanere in attesa della sua risposta, per tutto il tempo che la vita le dà.
Vedo profilarsi attraverso di lei un senso differente dell’opera d’arte, una concezione relazionale che fa dell’arte una messaggera divina. Siamo di fronte al Mistero della creazione femminile e alla sua natura mistica. Fu questa natura simbolica dell’arte preistorica a suggerire alla Gimbutas il nome di Lingua della Dea. Una forma antenata di pensiero che riesce ancora a parlarci con la sua potenza visionaria.
Nelle opere di Maddalena Gatta vedo affiorare questo Mistero: il loro farsi lingua divina. Soprattutto nelle opere fatte di piccoli elementi che lei dispone secondo un ordine sacro a cui affida il senso più profondo della sua ricerca. Una ricerca simbolica che si manifesta già nell’opera Lo sguardo della dea presentato alla Mostra Dee e Ninfe a Kioto nel 1999. Una ricerca del divino femminile che proseguirà nella raccolta di acquerelli presentata a Berlino con il titolo Con e senza il velo. Fu quest’opera a parlarmi la prima volta. Mi colpì la coincidenza simbolica fra la ricerca artistica di Maddalena Gatta e la ricerca mistica e politica che si faceva nel Centro proprio intorno al divenire divine delle donne.
Entrambe partivano da una mutazione dello sguardo femminile.
L’arte di Maddalena Gatta compie un salto evolutivo e si fa rivelazione simbolica con Dee e Guerriere, una ricca collezione artistica che si fa pensiero e annunciazione della nascita divina femminile. E’ il colore ocra a segnalare la sacralità del luogo, il grembo femminile, un luogo ancestrale dove la coppia creatrice femminile opera il suo rito di nascita divina. Mi chiesi allora cosa significasse la presenza delle guerriere. Sono guerriere d’amore, mi rispose Maddalena Gatta. Sono armate di coraggio e custodiscono l’Amore. Tacqui per lo stupore.
Molto più recente l’opera Semi di cielo, anch’essa una collezione di opere d’arte di piccole dimensioni che l’artista accompagna con la richiesta di un pensiero d’amore. E’ di Amore che parla l’opera di Maddalena Gatta e mi tocca il cuore lo Spirito con cui la crea. No, non è facile offrirle in cambio un pensiero d’Amore, perché non è facile coincidere con la sua dimensione misterica. Ma è Lei ad acquietare l’anima di chi le risponde… a dare Respiro all’Umanità. Rimango in attesa tutta la vita, ripete Maddalena con la sua fede incrollabile, visionaria. Ed io mi quieto.
L’opera più recente, Frammenti di anime, una installazione di 33 frammenti, piccoli bassorilievi materici con pallide sfumature di cielo, abbaglia per il candore virginale che illumina la scena. Siamo nella notte dell’Umanità, una Mostra dedicata alla Shoah che ospita l’opera di Maddalena Gatta e per la quale l’artista crea qualcosa di inedito, un bagliore immacolato che si pone a termine, a giudizio finale con i suoi Frammenti d’anime, voci inaudite nelle tenebre dell’anima umana.
Non è tutta qui l’Opera di Maddalena Gatta, ma a me basta per fare di Lei un’Autrice di Civiltà.
Frammenti di anime è un’opera formata da 33 bassorilievi, ognuno simboleggiante quelle anime vaganti originate dall’oscura nube dell’umana follia. Dapprima intrappolate nella coscienza di un turbamento collettivo, le anime vaganti prendono forma e colore nella materia di una malta acrilica: lievi come l’aria, ma gravi in ciò che raccontano, si uniscono in un mosaico per rappresentare quell’immane tragedia.
Mariagrazia Napolitano