Le donne prima del patriarcato – Françoise d’Eaubonne

Ritroviamo dopo 40 anni dalla sua pubblicazione in Italia il libro: Le donne prima del patriarcato della filosofa Françoise d’Eaubonne (Felina editrice -1981).

Fu lei a metà del novecento in Francia a coniugare per prima le parole ecologia e femminismo comprendendo come il disprezzo della società per le donne è paragonabile al disprezzo per l’ambiente e che patriarcato e capitalismo sono la causa dello sfruttamento del corpo e della vita delle donne così come lo sono dell’ambiente e della Terra.

Già negli anni ’70 d’Eaubonne sosteneva che la vita sulla Terra è una rete di interconnessioni non gerarchica mentre quest’ultima, creata dall’uomo è stata proiettata sulla natura e usata per giustificare qualsiasi tipo di oppressione: sessuale, sociale, razziale, etnica, di specie e di genere.

L’ ecofemminismo pone l’enfasi sull’interconnessione di tutte le forme di vita, offre una teoria etica basata sull’inclusione e sulle relazioni di interdipendenza esistenti tra ogni essere vivente. La grave crisi ambientale in cui ci troviamo d’Eaubonne l’attribuiva già allora alle conseguenze del passaggio da una umanità governata dalle leggi della natura e del femminile ad esso strettamente connesso al patriarcato più oppressivo che in età storica ha via via demolito sia l’una che l’altra.

Françoise d’Eaubonne è stata una donna straordinaria e una filosofa brillante rimasta purtroppo quasi sconosciuta in Italia; il solo testo tradotto qui da noi è appunto Le donne prima del patriarcato ad oggi introvabile ed è in questo testo che tenta di tracciare con precisione i passaggi che hanno portato l’umanità a questo disastro ecologico.
Primo fra tutti il passaggio in agricoltura dall’uso della marra (la zappa strumento leggero, maneggevole per un’agricoltura di piccoli appezzamenti irrigati dalla pioggia) all’invenzione dell’aratro (da trainare con i buoi per grandi distese di terra che hanno bisogno di irrigazione forzata).

 “… il patriarcato è più solido nei paesi più poveri, ovunque però è il risultato ultimo delle due scoperte che lo fondarono: quella di attribuirsi la fertilizzazione della terra, fino ad allora riservata alle agricoltrici, e quella di dominare la fecondazione animale, compresa quella umana, dopo aver appreso il fenomeno della paternità, togliendo alle donne il potere di agenti esclusive della procreazione e di intermediarie tra l’umanità e la divinità. Due prese di coscienza capitali che dovevano generare nella nostra epoca il suo super sfruttamento e la sovrappopolazione del mondo, i nostri due più grandi pericoli ecologici.”

“ Ishtar e Cibele, Demetra e Cerere, Afrodite, Venere e Frya non sono che personificazioni relativamente moderne delle antiche dee della terra la cui fecondità produceva la fertilità dei campi; il sesso di queste divinità rivela che in origine l’agricoltura e la donna erano strettamente legate.”

Per convincere i lettori di allora della gravità della crisi, d’Eaubonne descrive alcuni dei principali problemi ecologici che affliggevano il mondo già nel momento in cui stava operando: carestia, degrado ambientale, inquinamento, deforestazione, distruzione dei suoli, agricoltura monoculturale, fertilizzanti chimici, l’industria nucleare presentata come unica soluzione alla crisi energetica. Conclude che la catastrofe in atto è globale e che stiamo assistendo alle fasi finali del cataclisma imminente. Tutto ciò causato dalla crisi demografica nata con l’età del bronzo quando la donna spodestata non controlla più la procreazione caduta nelle mani del maschio e: “crescete e moltiplicativi” è la proclamazione della prima religione senza dea.

Un altro spunto di riflessione interessante contenuto nel libro nasce sull’origine delle leggende che ella chiama il “Mito dell’Amazzonato”; ripercorrendo velocemente i miti che si perdono nella notte dei tempi e in ogni parte del mondo sul popolo di donne guerriere d’Eaubonne intravede qui la prova di uno scontro reale avvenuto tra donne e uomini per una gestione differente delle risorse e che questo scontro fu una lotta aspra e lunga e per tanto tempo nascosta e decisamente negata.

 …perché il persistere fino ad oggi di una istituzione militare femminile …se mai in nessun momento del passato si presentò questo fenomeno socio-sessuale? In nome di cosa questa comparsa?

Françoise d’Eaubonne si chiede infatti se questo mito racconta una separazione sessuale, accompagnata da porto d’armi, da parte delle donne e che ciò evidenzia un conflitto dichiarato tra i due sessi che vissero per un lungo periodo ognuno per conto proprio.

Virginia Woolf in La stanza tutta per sé sostiene che la storia della resistenza maschile all’emancipazione delle donne è forse ancora più interessante di quella dell’emancipazione stessa. Tutto ciò che riguarda le imprese femminili di tipo “virile”, sia individuale che collettive, nella trasmissione scritta viene immediatamente occultato, alterato, o semplicemente contraffatto.

L’origine di una tradizione così vasta e antica che appartiene a tutto il mondo e a tutti i tempi non può risalire ad una semplice caratteristica del sesso maschile nella sua situazione di detentore di potere

D’Eaubonne indaga le radici di questa tradizione riportando alcune teorie di Pierre Gordon (Pierre Gordon – La révélation primitive 1951) il quale ipotizzò un epoca di transizione in cui in tutto il mondo due tecniche di sopravvivenza e due modi di consumo legati alla sfera sessuale erano ben delineati: da un lato le donne che cominciavano una vita più sedentaria con la scoperta dell’agricoltura e dall’altra uomini nomadi dediti alla caccia e alla pastorizia.

L’analisi sulla storia delle origini del patriarcato e cosa ciò ha comportato viene affrontata in Le donne prima del patriarcato con grande intuito, conoscenza storica e antropologica ed è sempre un rammarico constatare che spesso si ricomincia da zero quando altre menti prima delle nostre hanno lavorato per portarci un passo più avanti;

Sulla copertina in basso troviamo scritto: questo libro è diretto solo alle donne. Un messaggio lasciato alle generazioni future.

Alessandra de Nardis

Françoise d’Eaubonne (Parigi, 12 marzo 1920 – Parigi, 3 agosto 2005)

Figlia di un padre cattolico con simpatie anarchiche e una madre figlia di un rivoluzionario carlista, il movimento conservatore che si proponeva di difendere il diritto al trono dei discendenti Borbone visse a Tolosa durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale. La lettura del Secondo Sesso di Simone de Beauvoir a cui scrisse: “ Vous êtes un génie, vous nous avez toutes vengées !” ispirò tutta l’opera dell’autrice; donna estremamente poliedrica i suoi lavori spaziarono dalla saggistica ai romanzi e alla poesia. In virtù della sua peculiare sensibilità, si schierò sempre in prima fila contro l’oppressione e le disuguaglianze sociali subite dalle donne: dal 1945 al 1957 aderì al Partito comunista francese e fu co-fondatrice del Women’s Liberation Movement (MFL) e del Front Homosexuel d’action révolutionnaire.