Di nuovo la guerra – Nadia Lucchesi

Quale nuovo?
Da almeno 5000 anni gli uomini, e sottolineo uomini, hanno dedicato energie, immaginario, produzioni artistiche, letterarie, elucubrazioni filosofiche e religiose a questo che, nella loro mente, è un Fatto incontrovertibile dei rapporti umani, è un Dato iscritto nella storia millenaria, è l’eterno ora e sempre dei secoli dei secoli. Questo è l’assunto che fa da cornice alle mille analisi di carattere economico, geopolitico, strategico e militare che ci fasciano la testa di inerte bambagia, che ci portano a ripiegarci su noi stesse, stessi, sulle nostre paure, sulle nostre angosce, sui terrori per una imminente tragedia.

I maestri del pensiero occidentale sembrano soffrire di un improvviso vuoto pneumatico, una cancellazione dello spirito, del respiro: ne ho sentito uno, che conosco abbastanza bene e che di solito sa tutto di tutto e meglio di tutti, uscirsene, durante l’ennesima intervista televisiva, con questa frase: “dobbiamo andare da Putin e dirgli: Putin, adesso basta, trattiamo!” Una trovata geniale…

Mi veniva quasi da ridere, se non fosse che purtroppo al momento non ci sono che lacrime, sofferenze, tragedie che schiacciano i più piccoli, i più deboli, i più innocenti.
Poi il professore ha proseguito, un po’ imboccato dal suo interlocutore, sostenendo che a fare questo passo, a dire questo basta! dovrebbe essere Angela Merkel, l’unica a poter trattare la cosa con la necessaria competenza, autorità, anche attraverso la corretta e diretta mediazione linguistica.

Ci si doveva arrivare, come al solito, quando la tracotanza maschile ha scatenato l’ennesima catastrofe: sono le donne che possono salvare il mondo, sono loro che proteggono la vita e la nutrono. Peccato che queste donne siano oggi sotto attacco da parte di una consistente coalizione di poteri di radice maschile e misogina, che le sta addirittura privando della loro soggettività femminile, diventata una proprietà transitiva di cui appropriarsi in maniera grottesca e caricaturale.

Pure le donne sono generose, si spendono e si ingegnano a ridurre i danni, a portare soccorsi, a salvaguardare le creature piccole. Come possono, dove possono, ovunque, tranne che nel deserto che una guerra nucleare produrrebbe.

Il fatto è che è davvero tempo di dire basta, ma non solo a Putin: basta a tutti gli uomini di potere, basta ai loro sistemi ideologici e politici, basta al simbolico dominante e oppressivo, che ci ha portato fino a qui e forse qui ci inchioderà, in un sacrificio di portata immane.

Non so se Angela Merkel risponderà all’appello, se vorrà o potrà assumersi questa immensa responsabilità. Di una cosa sono certa: la vera autorità su cui potrà far leva è quella di Maria, la Madre di Dio, la donna che ha riportato alla luce dopo millenni la sapienza femminile, sepolta dalla violenza e dalla cancellazione di una inciviltà a radice maschile.

Merkel si dice credente, ma, come figlia di un pastore luterano, non credo abbia riflettuto a lungo sulla figura di Maria. Io, che credente non sono, ho tuttavia la più ferma convinzione che solo la possente creatività della Vergine Madre possa trovare la strada per uscire da questo incubo. Lei, cui sembra che Putin stesso sia devoto, lei sola, la misteriosa forza generatrice e riparatrice che abita l’universo, sarà capace di ridurre questo uomo vecchio e malato al bambino che troverà conforto tra le sue braccia e imparerà a trasformare la sua rabbia, la sua paura, la sua insipienza in un gesto di rinuncia. Fare un passo indietro è l’unico modo di salvare la Madre Russia e il mondo intero: lo devono imparare tutti, anche i più ostinati, i più attaccati ai beni materiali, i più ignoranti, insensibili e corrotti “padroni del mondo”. Perché una volta distrutto il pianeta, loro e la loro progenie insieme a tutte e tutti noi, nulla avrà più senso.

Io amo la vita, voglio vedere, per quello che mi resta, crescere, innamorarsi, ridere e gioire le mie nipoti e mio nipote, insieme a tutte le creature che abitano questo universo, di cui nessuno è padrone. Che gli uomini si prendano una lunga pausa di riflessione, lontani dal potere e dal desiderio di onnipotenza: farà loro bene.
Sarà Bene.

Nadia Lucchesi
16 marzo 2022