Anche la studiosa italiana Momolina Marconi (1912-2006) ha dedicato la sua vita alla ricerca di una comprensione più ampia delle nostre radici, consapevole dei limiti della collocazione dell’inizio della storia occidentale nella Grecia Classica e a Roma. I suoi scritti principali vennero pubblicati nella prima metà del Novecento e Riflessi mediterranei nella più antica religione laziale, il suo primo e più importante libro, è del 1939, pubblicato quando aveva solo 27 anni.
Con lei, che ebbe una formazione letteraria, ci troviamo davanti a una visione complementare a quella di M. Gimbutas: nel prendere in esame prevalentemente le aree costiere del Mediterraneo anziché la zona centrale danubiana, la sua visione si affianca a quella di Marija Gimbutas, che non conobbe il suo lavoro. Il libro pubblicato nel 1939 e gli altri suoi scritti, pubblicati fra il 1940 e il 1942, videro la luce negli anni della guerra, gli stessi in cui Gimbutas frequentava l’università e si laureava nell’alternarsi delle invasioni tedesca e russa ed è interessante notare come entrambe abbiano cercato le origini della storia in un periodo di grandi conflitti bellici. Nemmeno Momolina Marconi conobbe il lavoro di Gimbutas, i cui primi studi cominciarono a uscire dopo il 1956. Si tratta dunque di due visioni e teorie affini sviluppatesi in modo assolutamente indipendente, in luoghi diversi, con materiali diversi e con una strumentazione diversa, essendo una archeologa e l’altra letterata.
Il testo che segue è di Sarah Perini ed è stato presentato al già citato convegno del 2014 a Roma Marija Gimbutas, Vent’anni di studi sulla Dea.