L’Eredità di Marija Gimbutas: Intervista a Joan Marler

Joan Marler e Luciana Percovich (ph - www.associazionelaima.it)

Nel podcast “Home to Her”, dedicato al Sacro Femminile, la conduttrice Liz Kelly incontra autrici, artiste, insegnanti, poetesse e mistiche, con le quali ha lunghe conversazioni sui temi della Spiritualità Femminile. Nel sito-podcast sono raccolte una serie di interviste molto interessanti.
Segnaliamo in particolare l’ultimo recente episodio in cui è possibile ascoltare una lunga chiacchierata di Liz con Joan Marler su “L’Eredità di Marija Gimbutas”.

Joan Marler in questa lunga intervista di oltre un’ora, offre il racconto dei momenti della sua vita che l’hanno condotta all’incontro con Marija Gimbutas e spiega come questo incontro ne abbia poi cambiato il corso.

Joan infatti parla della sua infanzia e del suo primo approccio con la religione cristiana, del suo trasferimento sulle coste della California a Mondocino (luogo simbolo per la generazione dei figli dei Fiori negli anni ‘70) e dell’impatto che ha avuto sulla sua psiche, il suo approccio alla spiritualità femminile che inizia a prendere forma agli inizi degli anni 80, con la lettura del libro di Joseph Campbell, L’ eroe dai mille volti.
È proprio durante una conferenza, di Campbell che sente nominare per la prima volta Marija Gimbutas. Racconta di essere stata folgorata dai materiali e dal libro Le dee e gli dei dell’antica Europa, presentati in quella conferenza. Da lì nasce il desiderio di conoscere personalmente Marija Gimbutas e l’occasione le si presenta con un’intervista che Marija le concede per un’emittente radiofonica.
Da quel momento, nascerà una stretta collaborazione e Joan viene presto coinvolta nella cura di interi capitoli di quello che sarebbe poi diventato il libro, la Civiltà della Dea.

Come lei stessa racconta, le loro lunghe conversazioni e l’approccio con il lavoro di Marija, influiranno moltissimo nel nuovo assetto psicologico e spirituale di Joan.
Editando i testi e quindi immergendosi totalmente in quel lavoro, tutto ciò che fino ad allora sembrava illogico nella testa di Joan, si va via via delineando, offrendole uno sguardo nuovo sulla sua concezione olistica del mondo.
Si rende presto conto che Marija Gimbutas stava dimostrando che il dio padre non è altro che un costrutto patriarcale che ha soppiantato l’ordine materno delle prime società umane; un ordine sviluppatosi in sintonia con tutte le manifestazioni possibili della vita e della morte su questo pianeta.

Marija Gimbutas è stata l’unica ad interessarsi allo studio scientifico e approfondito di materiali e periodi di cui nessuno prima di lei si era occupato. Tutto ciò che era antecedente all’Età del Bronzo non era ritenuto interessante dagli ambiti accademici.
Dirigere gli scavi nell’Europa sud-orientale, le dà l’occasione di studiare attentamente ogni singolo pezzo prodotto da quegli scavi.
Joan spiega che grazie anche alle sue origini lituane e al suo background culturale, Marija rivoluziona il metodo di studio e inventa letteralmente un metodo multidisciplinare, mai utilizzato prima in ambito archeologico che lei stessa definirà come archeomitologia. Dimostrerà con questo metodo che quelle centinaia di statuine femminili, emerse in mezza Europa, erano espressione di civiltà non solo molto antecedenti all’Età del Bronzo, ma anche molto più avanzate rispetto alla narrazione fatta fino a quel momento.

Marija Gimbutas ci ha restituito le prove di civiltà, molto avanzate e capaci di una fervente attività artistica, di tradurre in un sofisticato linguaggio simbolico la loro dimensione cosmica e religiosa. Dimostra che in queste civiltà pacifiche ed egalitarie, le donne che incarnavano l’origine cosmica della vita avevano un ruolo spirituale e sociale centrale.

Joan Marler parla dell’eredità di Marija Gimbutas come di un qualcosa che ha influenzato positivamente la vita di molte donne che hanno riscoperto, grazie ai suoi studi e al suo pensiero, la propria potenza creativa, ma che allo stesso tempo, per molte altre donne attive nel femminismo della seconda ondata in particolare, è stato motivo di critiche feroci.

Oggi sappiamo che il lavoro di Gimbutas sta trovando molte conferme anche scientifiche. Le sue teorie sulle ondate Kurgan in Europa, grazie ai recenti studi sul DNA ad esempio, forniscono la spiegazione più valida della rapida indoeuropeizzazione del continente.
L’UNESCO addirittura ne onora la memoria, indicandola come una dei personaggi di spicco cui tributare pubblico riconoscimento internazionale per i meriti ottenuti nel campo della conoscenza e lo sviluppo culturale dell’umanità.
L’Istituto di Archeomitologia fondato da Joan Marler s’ispira alla visione multidisciplinare di Marija Gimbutas e incoraggia attivamente studenti e colleghi di diversi campi ad esaminare i problemi della preistoria europea con un punto di vista inclusivo e interdisciplinare.

Joan Marler dopo la morte di Marija Gimbutas ha pubblicato e curato numerosi testi e From the Realm of the Ancestors: An Anthology in Honor of Marija Gimbutas l’imponente raccolta internazionale di saggi di importanti studiosi, ispirati dal lavoro di Marija Gimbutas.
Per celebrare il centenario della nascita di Marija Gimbutas che ricorre quest’anno, sta curando una nuova antologia in cui sarà contenuto anche un saggio di Luciana Percovich che ha dato un grande contribuito alla diffusione e la divulgazione in Italia dell’opera di Gimbutas. La pubblicazione di questa nuova antologia, come segnalato nel sito https://www.archaeomythology.org/  concluderà l’anno di celebrazioni che si stanno svolgendo in tutto il mondo.