Il lavoro è stato raccoglierli e ordinarli, questi “Fiori di luna”. Sono spuntati da soli, come i sogni. E come i sogni, sempre pronti a sparire. Come disegni lasciati in cielo da piccoli aerei acrobatici.
Dovevo riuscire a trattenerli nella memoria. E poi dovevo trovare un ordine fra le note. Lasciare che fossero loro a mostrarmi l’ordine, come volevano accostarsi, mettersi l’una accanto all’altra.
Tutto questo ha richiesto del tempo, dell’attenzione, e una certa capacità di ascolto e di silenzio.
Sono fiori nati dal silenzio.